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Maggiori informazioni per Copertura Capannoni Calco
Copertura Capannoni Calco
Hai acquistato o affittato un capannone per la tua attività e ora devi pensare ad eventuali ristrutturazioni prima di metterlo in attività?
Una delle spese che dovrai affrontare è quella della Copertura Capannoni Calco, cioè il rivestimento visibile sul tetto dell’edificio.
La copertura dei capannoni è un intervento plurimo, formato da tanti piccoli interventi che sinergizzano uno con l’altro per ottenere il risultato desiderato.
Questa guida affronterà sia il tema della scelta dei materiali per la Copertura Capannoni Calco, in tutti i suoi strati, sia quello dei costi, della scelta dell’azienda e della sicurezza ambientale.
Copertura Capannoni Calco: gli isolanti
Per ridurre i costi di riscaldamento e raffreddamento del capannone, evitando sprechi ed inquinamento, è necessario prevedere un cappotto coibente o isolante nella costruzione.
Il cappotto può venire applicato ad un edificio pre-esistente con un’importante opera di ristrutturazione o essere incluso in un capannone prefabbricato.
La coibentazione può riguardare sia l’isolamento dagli sbalzi termici, che l’eccesso di vibrazioni o di rumore percepito all’esterno e all’interno del capannone (per esempio in presenza di macchinari pesanti).
I materiali più utilizzati per la coibentazione nella Copertura Capannoni Calco sono:
• Polistirene: più comunemente noto con il nome di polistirolo, è una schiuma solida di materiale di derivazione petrolifera.
Viene venduto ed applicato in lastre, di diversa densità e spessore, e ha un ottimo effetto isolante, sia nei confronti degli sbalzi termici che nei confronti di rumore e vibrazioni.
Il basso costo e la facilità di utilizzo lo rende uno dei materiali preferiti per la coibentazione industriale.
• Cappotti in sughero o fibra di legno: entrambe sono fibre vegetali, opportunamente addizionate con additivi chimici, pressate e tagliate in lastre.
La loro ampia componente organica è sensibile all’umidità e all’usura dovuta al passare del tempo, ma è possibile aumentarne la durabilità con coperture specifiche.
I due materiali sono estremamente ecologici, perchè ricavati da scarti della produzione del legno da costruzione.
• Poliuretano: la schiuma di poliuretano passa dallo stato liquido a quello solido, gonfiandosi, in poche ore.
Ad asciugatura avvenuta è possibile tagliarla o limarla per adattarla alla forma richiesta.
La sua natura polimerica la rende resistente all’umidità, agli sbalzi termici e, a seconda degli additivi scelti, alle fiamme e al calore che possono generare.
• Lana di vetro o di roccia: il vetro riciclato o certi minerali specifici possono essere trattati e filati, costituendo una massa fibrosa e compatta con cui riempire le intercapedini di muri e tetti per isolarli dalla temperatura esterna.
Sono i materiali da coibentazione più resistenti alle alte temperature, quindi sicuri in caso di incendio.
Per aumentarne la già buona durabilità è possibile rivestirli di strati di tessuto plastico.
Lo Stato Italiano prevede detrazioni e sgravi fiscali per rimborsare i cittadini e le imprese che decidono di riqualificarsi energeticamente, riducendo gli sprechi e l’inquinamento dovuti ad un uso eccessivo degli impianti di raffreddamento e riscaldamento.
L’azienda che curerà la posa dello strato isolante compilerà a tuo nome dei documenti che potrai allegare alla dichiarazione dei redditi per accedere ai programmi di rimborso negli anni successivi all’intervento di posa.
Copertura Capannoni Calco: lo strato impermeabile
L’umidità è una dei nemici naturali di tutti gli edifici.
I danni che l’umidità può causare ad abitazioni e capannoni sono di tre ordini:
• Estetico: l’umidità infiltrata causa la formazione di antiestetiche macchie scure sull’intonaco dei muri, che tendono a riaffiorare nonostante i passaggi di vernice.
• Di salute: dove c’è umidità (magari accompagnata da uno scarso ricircolo di aria e da una temperatura favorevole), si sviluppano funghi e muffe.
Si presentano come chiazze grigiastre, nere, brune o verdastre che percorrono i muri lungo i punti di infiltrazione.
Le spore di funghi e muffe possono causare problemi di salute alle persone con cui vengono in contatto: asma, problemi respiratori, allergie, dermatiti e infiammazioni agli occhi sono comuni in soggetti sensibili a queste sostanze.
Non prevedere una Copertura Capannoni Calco che ripari dall’umidità può significare rendere l’ambiente di lavoro poco sicuro per chi lo vive.
• Di tenuta: un’infiltrazione massiccia e trascurata può compromettere la solidità e la tenuta dell’intero edificio.
Nei casi più gravi, l’immobile può perdere le caratteristiche lo rendono agibile ed utilizzabile, rendendolo inservibile per il lavoro.
Per evitare le infiltrazioni è necessario posare una Copertura Capannoni Calco impermeabile, cioè uno strato tra la coibentazione e la copertura finale che impedisca il passaggio dell’acqua.
Di nuovo, esistono vari materiali con cui realizzare una Copertura Capannoni Calco a prova di pioggia, neve e umidità.
I più comuni sono:
• Membrane bituminose: il bitume è un prodotto nero o bruno, viscoso e appiccicoso (simile ad una gomma), di colore caratteristico, derivato dalla raffinazione del petrolio.
Le membrane bituminose sono costituite da uno strato di sostegno e da uno di tale sostanza petrolifera.
Opportunamente scaldate, le membrane si sciolgono leggermente e si incollano una all’altra per garantire una tenuta omogenea.
Du rante il riscaldamento possono liberarsi modeste quantità di fumi tossici, per questo vengono scelte solo in caso le fiamme libere necessarie non costituiscano un pericolo e in ambienti ventilati.
Le membrane bituminose per Copertura Capannoni Calco sono antiscivolo, resistenti e durevoli nel tempo, con buone capacità di sopportazione degli agenti atmosferici.
Se il primo strato fosse rovinato, non sarebbe necessario eliminarlo e sostituirlo: riscaldandolo, infatti, farà da primo strato di collante per un nuovo pannello integro.
• Membrane polimeriche: le membrane polimeriche sono costituite da materiale plastico.
Funzionano in modo molto simile a quelle bituminose, ma non rilasciano vapori nocivi nell’ambiente durante la posa.
Sono estremamente elastiche e per questo meglio sopportano nel tempo i normali movimenti dell’edificio durante l’assestamento o in presenza di forti vibrazioni continue.
Hanno il difetto di non resistere efficacemente ad oli e solventi.
• Membrane autoadesive: questo tipo di membrana può essere preferito in caso di ambienti chiusi, scarsamente ventilati o in presenza di rischio nell’uso di fiamme libere (per esempio, se la Copertura Capannoni Calco va realizzata su una struttura in legno).
• Membrane ardesiate: l’ardesia è una roccia metamorfica con cui è possibile ricavare lastre per la copertura dei capannoni.
Tende ad ossidarsi facilmente se esposta ai raggi ultravioletti, e per questo viene spesso ricoperta con uno strato di alluminio o di rame che la rende più resistente e durevole nel corso degli anni.
La copertura metallica la rende non calpestabile, perchè troppo liscia e scivolosa.
• Membrane liquide: cemento o polimeri liquidi possono venire stesi o spruzzati sulla struttura del tetto per creare una membrana rigida una volta asciutti.
Sono estremamente versatili e veloci da utilizzare, per cui sostituiscono una soluzione rapida, economica ed utilizzata sempre più di frequente.
Sono indicate solo per tetti piani, perchè in caso di pendenza il composto ancora umido potrebbe scivolare verso il basso lasciando la somità del tetto scoperta.
Le membrane liquide sono generalmente più elastiche di quelle in fogli o rotoli, e meglio resistono ad alte temperature (in range diversi a seconda delle istruzioni e dei test dei produttori).
Esistono anche strati di materiale per Copertura Capannoni Calco che combinano l’effetto coibente a quello impermeabilizzante in un unico prodotto.
Il costo di vendita è generalmente più elevato, ma la necessità di non intervenire in due step separati compensa questo prezzo più oneroso.
Copertura Capannoni Calco: lo strato visibile
Esistono due principali tipi di Copertura Capannoni Calco nel suo strato visibile dall’esterno: quella in muratura o in lamiera.
Il cemento e i laterizi creano una superficie solidissima, adatta nel caso il tetto dell’edificio debba essere percorso da veicoli (per esempio per lo spostamento dei prodotti confezionati all’interno o dei materiali da costruzione).
Di contro, il grande peso della struttura deve essere sostenuto da una costruzione di base specifica.
La lamiera è una lamina di metallo (zinco, alluminio, rame, leghe di più metalli o di metalli e materiale plastico) versatile, leggera, economica e facile da modellare.
Non viene degradata dall’umidità o dagli agenti atmosferici, ma non è calpestabile perchè troppo liscia e scivolosa.
Non fornisce una buona protezione isolante, perchè troppo sensibile al riscaldamento e al raffreddamento dovuto al clima esterno.
Copertura Capannoni Calco: l’Eternit e l’amianto
l’Unione Europea ha stabilito che entro il 2039 tutte le coperture in Eternit o amianto presenti sul suo territorio dovranno essere adeguatamente messe in sicurezza e smaltite, per ridurre l’inquinamento ambientale e prevenire nuovi casi malattie correlate al contatto con questa sostanza.
Ma che cos’è l’amianto?
Quella degli amianti, o asbesti, è una famiglia di minerali derivati dalla silice, molto diffusi in natura.
Lavorata opportunamente, si trasforma in Eternit, una malleabile fibra che può essere modellata in forma di condutture, tubi, fogli, lastre o lamine, grigio-argento e di aspetto metallico.
In virtù della sua resistenza all’usura e alle alte temperature e della capacità di isolamento termico è stato usato per tutto il secolo scorso per coperture capannoni, coperture di abitazioni, isolanti per tubature e moltissimi altri manufatti edili.
Attorno agli anni ’80, si è notata una sospetta incidenza di tre malattie polmonari nelle persone che lavoravano o vivevano a stretto contatto con Eternit e amianto: asbestosi, mesotelioma e tumore dei polmoni.
Le fibre di amianto sono sottilissime e molto volatili, e la loro inalazione può lentamente (anche a distanza di decenni dal contatto) condurre a queste malattie infiammatorie e tumorali, molto difficili da curare e con un elevato tasso di mortalità.
L’Eternit è stato dunque dichiarato pericoloso per la salute, e la legge in vigore prevede che si debba intervenire con un’opera di bonifica.
La bonifica può essere parziale, se l’amianto viene lasciato in sede ma avvolto da materiale protettivo che evita la dispersione delle fibre, o completa, se l’amianto viene reso inoffensivo e smaltito opportunamente.
Se sospetti la presenza di amianto nella struttura che hai acquistato o affittato (per esempio, se è un edificio vecchio o rimesso in attività dopo anni di dismissione), fai intervenire una ditta specializzata nella bonifica della Copertura Capannoni Calco che si occupi della bonifica: non mettere a rischio la tua salute o quella delle persone con cui lavori cercando di eliminare il materiale direttamente senza competenza e mezzi protettivi specifici!
Copertura Capannoni Calco: scelta dell’azienda e costi indicativi
Dovendo scegliere l’azienda che si occuperà della Copertura Capannoni Calco ti troverai davanti ad una vastissima scelta.
Esistono vari sistemi per identificare un’azienda seria e competente, valutando anche i costi dell’intervento.
Vediamo insieme i più diffusi.
Parti dal passaparola.
Conoscerai altre aziende che hanno di recente effettuato un rifacimento della Copertura Capannoni Calco: potresti partire da loro per domandare una recensione sulla società scelta.
Se questa soluzione non fosse praticabile, scandaglia la sezione commenti degli utenti di Google e del sito dell’azienda, leggendo criticamente le opinioni di altri clienti.
Osserva con attenzione il momento del sopralluogo.
Dovrebbe essere condotto da un esperto, geometra, ingegnere o architetto, e non dallo staff operativo dell’azienda.
Fai domande all’esperto ed esponigli con chiarezza le esigenze che hai bisogno di soddisfare per poter fruire del capannone nel modo prescelto.
Non temere di sollevare domande e di dimostrare curiosità nel merito della scelta delle procedure e dei materiali impiegati.
Richiedi il preventivo ad almeno 2/3 aziende diverse, per mettere a confronto la proposta dei servizi e il rapporto con i costi.
Il prezzo medio ed indicativo per il rifacimento di una Copertura Capannoni Calco, al metro quadro, è compreso tra i 20 e i 50 euro.
Molto dipende dalle condizioni specifiche di lavoro, dalla scelta dei materiali da utilizzare, dallo stato di conservazione dell’edificio prima dell’inizio del lavoro.
Inoltre, dovrai aggiungere il costo della manodopera necessaria.
Un preventivo conveniente in modo anomalo potrebbe essere indice di un basso standard qualitativo sia nell’esecuzione del lavoro che nella scelta dei materiali.
Ricorda inoltre che i costi medi degli interventi edili sono stabiliti da linee guida proposte dalle Camere di commercio.
Le aziende possono anche decidere di non adeguarsi pienamente a tale proposta, ma eviteranno di discostarsene troppo per non presentare un’offerta completamente fuori mercato.
Le Camere di commercio applicano un tariffario differenziato a seconda della città in cui si svolge il lavoro, dunque possono esserci sostanziali differenze nei costi a seconda dell’area prescelta.
Considerando che gli operai dovranno lavorare su un tetto, osserva con attenzione se le basilari norme di sicurezza del cantiere vengono rispettate.
Devono essere montati parapetti lungo il perimetro del tetto per evitare cadute accidentali.
Lo staff deve essere munito di scarpe e indumenti adeguati, nonchè di guanti e occhiali protettivi nel caso si lavori in ambienti polverosi o a contatto con sostanze chimiche.
Se nel cantiere sono presenti macchinari per il sollevamento delle persone o dei materiali di lavoro, verifica che l’area sia opportunamente segnalata e delimitata per impedire l’avvicinamento di persone escluse dai lavori.
Se noti incongruenze nello stato di sicurezza, fallo immediatamente presente al capocantiere o al responsabile dell’azienda.
Link utili per Copertura Capannoni Calco
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